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Dare voce agli invisibili

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Marina Gellona
Oltre gli stereotipi, i silenzi, le ingiustizie
2020, pp. 144, € 18,00


Hanno fatto rumore, in questi giorni, le lacrime del ministro Teresa Bellanova in conferenza stampa quando ha letto il testo per cui: «con l’Articolo 110 bis, per la scelta che ha fatto questo governo, da oggi gli invisibili saranno meno invisibili». Riconosciuti (in parte) nella loro identità e nei loro diritti.
A far discutere è stato il fatto che il ministro abbia equiparato la propria storia di bracciante agricolo a quella di tante persone straniere. Il rumore è nato perché è stata spesa commozione non per dei cittadini italiani ma per dei clandestini. Che Teresa Bellanova, ministro dello stato italiano, anziché con “gli italiani” si sia identificata con i vissuti di un bracciante anonimo, magari nero, magari anche ‘colpevole’ di lavorare come uno schiavo agli ordini di un 'caporale'.


Ecco, il governo ha legiferato per dare dignità a persone finora invisibili, noi col nostro mestiere, attraverso un libro, cerchiamo di insegnare a dar voce a questi invisibili. Il 14 maggio pubblicheremo, infatti, Ascoltare e narrare le vite degli altri, scritto da Marina Gellona, giornalista e didatta alla Scuola Holden. Marina è convinta che le storie, in particolare le storie di vita, abbiano il (contro)potere di far emergere dalla astrazione delle categorie – immigrati, pensionati, casalinghe – i singoli volti delle persone.

 E che nel farlo, nel farsi narrazione, le storie di vita diventino patrimonio di tutti. Una storia di vita, infatti, nel restituire identità all’individuo che la ha vissuta, consente a tutti di riscoprire, al di là degli stereotipi, il valore di un’esistenza nel suo portato universale. «Costruire ponti di conoscenza e di comprensione emotiva tra testimoni e lettori […] Il giovane della Costa d’Avorio, arrivato in Italia minorenne, acquisisce un nome, gusti personali, un tempo libero, relazioni affettive. E diventa altro, non più il volto indistinto di una categoria, ma una persona con un’identità, che attraversa il mondo, balla, vive, desidera, sogna». Narrare la vita, aggiunge, è abitare, (e far abitare a chi legge), le tre dimensioni di passato, presente, e futuro. E il futuro che immagina Marina Gellona, quello che riflette il suo libro, si disegna come un luogo dove le lacrime di un ministro potrebbero non fare più così tanto scalpore.


Il libro di Marina, proponendosi di insegnare come raccogliere le testimonianze degli invisibili per poi imparare a narrarle, coniuga la didattica della scrittura a una tensione politica, intesa nel suo senso più nobile. Quella stessa tensione che ha caratterizzato, alcuni decenni fa, la casa editrice Savelli, di cui Dino Audino è stato negli anni Settanta prima editor e poi anche editore.


La settimana scorsa Giulio Savelli ci ha lasciato. Per i giovani che non hanno conosciuto i libri della Savelli e il valore della sua attività riportiamo qui di seguito i principali articoli usciti sui quotidiani.
Buona lettura.

«la Repubblica»
Savelli, porci, ali e rivoluzioni
di Paolo Mauri

«Corriere della Sera»
Addio all'eretico Giulio Savelli. Pubblicò "Porci con le ali"
di Pierluigi Battista

«La Stampa»
Savelli, editore della controcultura da "La strage di stato" a "Porci con le ali"
di Mirella Serri

Marina Gellona è giornalista, autrice e docente di narrazione delle storie di vita alla Scuola Holden di Torino dal 2003. Dal 2014 è co-autrice del progetto Infinito8marzo, che ha ideato per dare voce alle donne con interviste e fotografie realizzate per le vie delle città. Collabora con diverse riviste e ha pubblicato racconti brevi e testi per narrare i beni culturali.


Qui l'Indice del libro.


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