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Pompei di Frank Santoro letto da Ilaria Martorelli

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“Se l’eruzione di un vulcano minacciasse la distruzione della mia biblioteca personale, Pompei di Frank Santorosarebbe uno dei libri che porterei con me in salvo.

Il tema di questo fumetto è il disegno: dei vivi che mentre disegnano sono disegnati, dei morti che,
abbracciati tra di loro, ridiventano dei disegni. E i tratti si confondono moltiplicando i piani di lettura:
non sappiamo se quello che leggiamo sia un volto sulla carta, sulla tela, o una pittura murale.
È il disegno con la sua capacità di sedurre, di distrarre dalla paura della morte, di immaginare il futuro e di rimanere a testimonianza eterna.

Quello di Frank è un tratto senza ripensamenti, senza colpi di gomma, che con spudorata immediatezza si offre al lettore nella sua essenza più diretta, piena di errori, di goffaggini. Ma solo così riesce a fare spazio alla potenza espressiva senza eguali di certe composizioni, alla sensualità rovente della carne, e ancora di più all’indisegnabile per eccellenza, l’amore tra due persone.

È un fumetto che, per la sua intensità, non riesco mai a leggere d’un fiato, mi devo fermare, devo far
passare i brividi lungo la schiena, ritrovare il mio cuore. È un libro che sembra disegnato su una pietra dissepolta dalla cenere, a cui il tempo ha cancellato i colori, i dettagli, ma ha conservato la traccia vivente, profondamente umana, delle intenzioni di questo grande fumettista.”
Manuele Fior

Sono partita con la postfazione di questa incredibile e alquanto suggestiva graphic novel perché è il riassunto di tutta la poetica che vi si possa trovare all’interno e dell’esperienza che ne può fare il lettore. Riprendo e scolpisco nel mio cuore questa frase: Il tema di questo fumetto è il disegno: dei vivi che mentre disegnano sono disegnati, dei morti che, abbracciati tra di loro, ridiventano dei disegni.

Il disegno è la tematica che segue e chiude la storia, una storia che sembra finire per sempre sotto la coltre di cenere e lava del Vesuvio ma che resta impressa nella memoria e viene riabilitata grazie agli scavi archeologici.

Una storia di un grande pittore e del suo allievo, una storia di vero amore ma anche di tradimento, nostalgia e orgoglio che si conclude con un ritrovarsi per poi mai più lasciarsi.




E questo:


Mi riporta a questo:


I due amanti coinvolti in un abbraccio senza fine, i calchi ci dicono che sono due giovani uomini ma questo ci ricorda che in antichità l’amore non aveva confini e che l’unica salvezza era mettere da parte qualsiasi sentimento negativo per fare spazio all’unione, al calore, alla presenza.


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